Mind Wandering: una mente vagabonda

di Luciano Palladino

Il fenomeno del mind-wandering indica la tendenza della mente a vagare e a spostare l’attenzione su altro e questo ha dei costi ma anche dei vantaggi.

Il mind-wandering riflette la nostra tendenza e capacità di sganciare l’attenzione dalla percezione senza un’intenzione chiaramente definita e viene chiamato nel linguaggio scientifico “perceptual decoupling” ovvero disaccoppiamento percettivo. Il vagabondaggio della mente si verifica quando svolgiamo attività di routine: Come guidare l’auto piuttosto che lavarsi i denti o fare le pulizie di casa. Questo fenomeno di spostare la propria attenzione dal compito svolto viene chiamata disaccoppiamento percettivo. Si tratta di favorire contenuti di coscienza diversi dal momento presente.

In questo spazio di orientamento percettivo si sviluppa anche quella che viene chiamata Meta-consapevolezza. Si verificano due possibilità: la prima di lasciarsi distrarre e condurre verso sensazioni, immagini ed emozioni che transitano nel nostro spazio mentale indipendenti dallo stimolo che viene realizzato nella esperienza presente, cioè come lo spazzolino si muove all’interno della bocca e come si sta comportando, e la possibilità di ricrearsi uno spazio cognitivo diverso.

La ricerca sul disaccoppiamento percettivo dimostra che gli eventi mentali che si presentano senza alcun precedente esterno (noti come pensieri indipendenti dallo stimolo) spesso interferiscono con l’elaborazione delle informazioni sensoriali.I risultati riguardanti la meta-consapevolezza rivelano che la mente è solo intermittente nella consapevolezza di impegnarsi nel vagare nella mente.

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BIBLIOGRAFIA

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Altri testi bibliografici:
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